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      Qui ci fu un momento di pausa; il capitano e l'auditore si guardarono maravigliati.
      - Come potete asserir questo? La contessa ebbe sempre fama di donna onesta, austera...
      - Della fama io non so niente; guardo ai fatti, io; però chi ha potuto avere una tresca con un tenore... non c'è da restare balordi se potè intendersela prima con un marchese.
      Il capitano e l'auditore si guardarono di nuovo e raddoppiarono d'attenzione.
      - Io era lacchè in casa F... e queste cose posso saperle... Ma non è ciò che importa... Una sera, prima ch'io partissi da Milano, voglio dire molti giorni prima della settimana grassa... io passeggiavo a notte tarda, in Rugabella... due uomini camminavano innanzi a me... intenti a discorrere, e credendosi affatto soli... non abbastanza a voce bassa; diceva dunque l'un di essi: Io so che il marchese F... (il marchese F... allora era gravemente ammalato) ha lasciato nel testamento alla contessa V... la sontuosa villa che ha in Brianza. L'altro che ascoltava si fermò su due piedi, e disse: A questo modo è un mettere in piazza la contessa... Quasi quasi ci sarebbe da sospettare che ciò possa esser mai una vendetta del marchese contro il conte V... dal quale, per un alterco, venne insultato e ferito in duello. Ma qui non ho sentito altro, perchè que' due, accortisi d'una pedata, si tacquero tosto.
      - Ma e che fa tutto questo?
      - V. S. mi perdoni... ma se alla contessa potè mai trapelar qualcosa del testamento... è naturale ch'ella dovette desiderare che il testamento sfumasse per aria.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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