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      Un grande recitativo dell'Artaserse del Vinci, il maestro perfezionatore dei recitativi obbligati. Alcuni madrigali dell'abate Steffani, passato da Venezia in Germania ad educarvi Haendel, il quale si assimilò le più care imagini melodiche del maestro, e infuse per tal modo la psiche italica nell'astrusa compagine germanica; alcuni altri celeberrimi madrigaletti dell'abate Clari, sposati per lo più a giuocherelli di poesia erotica, ma squisitissimi di stile melodico. D'una in altra cosa, Amorevoli cominciò a provare qualche frase sottovoce, accompagnandosi alla spinetta; ma quando dalle arie passò al recitativo di Vinci, la musica declamata eccitandolo ad entusiasmo, gli fece mandar fuori tutta la sua voce piena, come se fosse alla ribalta d'un grande teatro.
      Era la terza volta che Amorevoli riprovava una nota tenuta, un sibemolle prodigioso, alla risoluzione del sublime recitativo di Vinci, quando sentì batter crudamente alla porta della camera. Interrompere chicchessia, foss'anco l'uomo il più placido, nel fitto d'un'occupazione a cui mette tutto l'interesse e tutta l'anima, è il vero segreto di farlo prorompere in atti d'ira, di quell'ira che è deposta in petto a tutti i mortali anche i più linfatici, non essendovi differenza che nella dose. Amorevoli aveva avuto dalla natura una dose d'ira, come suol dirsi, normale, ma gli era stata accresciuta dalle suscettività teatrali e dalle diverse liti cogli impresarj, e dalle controversie coi vestiaristi, sempre incapaci ad accontentare un cantante; per di più essendo romano, da Transtevere, dov'era nato, aveva portato seco ne' suoi viaggi tutti que' modi risoluti e troppo espressivi onde quella frazione di popolo sa imprecare più di tutti i popoli del mondo.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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