Infine, la gondola della contessa svoltò nel rio San Polo. Amorevoli dice al gondoliere: - Va là e t'affretta che la raggiungeremo. Ma il Bianchi era già pervenuto alla casa della contessa, che Amorevoli procedeva ancora discosto. Se non che, in quel punto, ode la voce della contessa, anzi un grido, poi una voce d'uomo, e un rumore di parapiglia. È vicino alla scalea della casa. È presso alla gondola della contessa; vede il gondoliere Bianchi che appoggia un colpo di remo sul cappello a tre punte di un uomo d'alta statura, ch'ei ravvisa pel conte marito. Il cappello a tre punte, inconscio di tutto, fa tre giri grotteschi come un paléo, e cade in laguna. Il conte sfodera la spada e si fa addosso al gondoliere, e l'uno e l'altro cadono a fascio nella gondola, intanto che la contessa piega come in deliquio sulla prora... Tutto questo avvenne in men tempo che noi abbiamo impiegato a dirlo... e Amorevoli, inspirato non si sa da che, ma pronto come una molla che scatti, prende la contessa e, ajutato dal gondoliere, la porta di peso nella propria gondola... mentre dice: - Or t'affretta e non farmi il poltrone.
Nè il conte, nè il gondoliere Bianchi che stavano a fascio nella gondola, non feriti per fortuna, ma bensì martellandosi senza distinzione di rango, poterono veder quel ch'era avvenuto; nè il guardaportone accorso, intento al parapiglia; onde il gondoliere d'Amorevoli si partì senz'impicci... e dopo cinque minuti era già in Canal grande.
Quando furono colà, Amorevoli respirò; ma non era ancora tranquillo, sicchè fece intendere al gondoliere che vogasse più al largo.
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