Ma chi giaceva allora a letto obbligato da questi tre incomodi era il conte F..., fratello del defunto marchese.
- Come sta il signor conte? diceva un tale al guardaportone, il quale stava dondolandosi sulla soglia del palazzo.
- Male, sempre male, anzi peggio: oggi a mezzodì si terrà consulto tra gl'illustrissimi signori dottori Bernardino Moscati, Guglielmo Patrini e il dottor Bartolomeo Gallaroli, che è il medico della casa.
- Che Dio vi scampi dai consulti... ma già questo di solito è il malanno di chi ha il diritto di levar colla paglia il rumore delle ruote... Più crescon le cure e le premure, più crescono i pericoli.
E a queste parole s'attraversava la domanda d'un altro, che passava:
- Come sta il signor conte?
- Trattasi di un consulto...
- Più che la medicina sarebbe meglio consultare la carità, la medicina dell'anima, la quale non tarderebbe a dirgli che, per guarire, bisognerebbe fare qualche atto di beneficenza, e non lasciar nella miseria la madre del figlio di suo fratello...
- Queste cose andate a dirle a chi vi piace, non a me che mangio il suo pane...
- Voi parlate bene... ma il vostro padrone opera male. Però state di buon animo, che se mai venisse a morire, come pare che voglia succedere a tutti gli indizj, non saranno pochi quelli che in Milano berranno alla salute dei medici che lo hanno accoppato.
Come dunque ora ha sentito il lettore, il conte F... non avea nessuna buona fama presso i suoi concittadini. Di lui e delle sue qualità caratteristiche non si conoscevano che l'avarizia fastosa e l'orgoglio.
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