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      Onde, che questo sia un caso gravissimo di replezione, non è possibile negarlo, professore. Prima di pranzo il conte stava bene, non è vero, conte?
      Il conte accennò di sì, e, facendo cenno al dottore che gli si accostasse, soggiunse a voce bassa:
      - Tant'è vero che ho mangiato troppo, perchè credevo di poter mangiare.
      - Stia zitto, signor conte... Ma tornando a noi, egli stava bene prima di pranzo, e continuò a star bene anche dopo; anzi vi dirò che, quando il cameriere che portava lo sciampagna, entrò a dar la notizia che ci fece strabiliar tutti, che il lacchè Galantino, catturato a Venezia e fatto viaggiare sotto buona scorta, era stato consegnato un momento prima al Capitano di giustizia, il conte stava tanto bene che, a questa notizia, balzò in piedi e disse: Sono assai contento di questo; da quella canaglia Dio sa che sarà per saltar fuori adesso che è nelle mani della giustizia... Io poi ho uno speciale interesse perchè parli e sia fatto parlare... - e qui bevve due o tre bicchieri di sciampagna l'uno dopo l'altro, e si cacciò poscia a motteggiare e a ridere in modo tale che non è del suo temperamento... Figuratevi, professore, quanto il conte stesse bene... Se non che egli uscì, e alcuni momenti dopo... qui, questa donna entrò in sala tutta scalmanata a dirmi: Venga un po' là, dottore, che il signor conte sta male, male assai, e par che gli manchi il respiro e voglia morire. Io accorsi. Era gettato a stramazzone sulla poltrona, fuggita la pupilla, fuggito il polso. Come vedono, signori professori, non era il caso di una cacciata di sangue.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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