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      Però l'altro jeri andò a mangiare un boccone a quell'albergo e là, d'una in altra parola ebbe il piacere di sentire confermato il suo sospetto da un cameriere. - Questo cameriere venne da me stamattina e ripetè quanto avea detto al giovane di studio... Ben è vero che, allorquando gli domandai s'ei sarebbe disposto a ridire le stesse cose al signor capitano di giustizia, parve tentennare e voler ritirarsi... Ma la fortuna ha voluto ch'egli nominasse un altro cameriere, il quale per combinazione cangiò in questi giorni osteria e città, ed è andato a Cremona; lo nominò dicendo che colui aveva giuocato in una di quelle notti col Galantino, e siccome era amicissimo del lacchè così avrebbe facilmente saputo ogni affar suo... Intanto il cameriere di qui sarà sentito oggi stesso dal capitano... Spero che non saprà ritrattarsi, perch'io gli ho fatto paura, mettendogli innanzi tutte le conseguenze del non dire la verità... Egli è bensì a considerare che la sola sua testimonianza non basta all'intento... Ma ho mandato or ora a Cremona il giovane di studio, e ritornerà, spero, col cameriere che passò in quel luogo... Se i due vanno d'accordo... la volpe è presa... e il Senato dovrà decretare la tortura... Sino a questo punto, per verità, non si verificarono gli estremi, ed il senator Verri, che conosce il diritto, ha messo a tacere, com'io seppi, il senator Morosini che vorrebbe cominciar sempre dalla tortura, tanto ci si guazza dentro... e il Verri ha tirato dalla sua tutti gli altri, perchè la sua chiacchiera quando ha preso il vento è una tempesta che dove tocca lascia il segno.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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