Pagina (404/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Perō la signoria vostra or si compiaccia di rispondere alle domande che le farā l'attuaro, per rispondere alle quali era necessario, illustrissima contessa, la vostra presenza; onde l'autoritā non poteva operare diversamente da quel che ha fatto. Del resto, sia un attestato codesto della buona stima che si ha di voi, illustrissima contessa, se l'autoritā medesima si degna di venire alla giustificazione de' proprj atti.
      La contessa si rimise in calma, e:
      - Vi ringrazio, disse, eccellentissimo signor capitano, di questa degnazione.
      Qui ci fu un po' di pausa.... indi l'attuaro continuō:
      - L'illustrissima signora contessa ha conosciuto il defunto marchese F...?
      - L'ho conosciuto ... ma, quasi potrei dire, soltanto di nome e di vista... dico quasi, perchč a una festa in casa Borromeo, tre anni fa, esso mi rivolse la parola, ed io di conformitā gli risposi... e d'allora in poi, se l'ho visto spesse volte e spesse volte ho risposto al suo saluto stando in carrozza al corso della strada Marina, non gli ho parlato mai pių, nč mi sono trovata mai con lui nč tanto nč poco nč punto.
      L'auditore allora chiese alla contessa: quale a suo giudizio, doveva essere la cagione per la quale il costituito Suardi fu tentato di scaricare su di essa la colpa ond'egli era imputato.
      - Nella lettera che scrissi alla venerabile donna Paola qui presente, e che so essere stata deposta nelle mani delle signorie vostre, mi pare risulti evidente la cagione per cui il costituito Suardi ha messo innanzi il mio nome. Č questa una cagione di vendetta e di rappresaglia, come suol dirsi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Borromeo Marina Suardi Paola Suardi