Pagina (406/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il testamento fu dettato dal notajo Macchi, e scritto dal defunto, e deposto fra le sue carte più preziose; jeri la contessa del Grillo mi assicurava di ciò, avendone parlato collo stesso notajo. De' riguardi troppo giusti alla fama di famiglie cospicue possono far peritosa la giustizia nel frugare colà dove precisamente dev'essersi appiattata la colpa... Ma testè, con sapienza, l'illustrissimo signor capitano dicevami che nemmen l'innocenza può lasciarsi in riposo quando da fatti eccezionali è chiamata siccome rea convenuta innanzi alla legge: tant'è vero ch'io sono qui... Per tutte le quali cose codesto tribunale voglia provvedere, nell'alta sua saviezza, perchè la giustizia abbia l'intero suo corso. Al qual fine io sono qui sempre disposta a dar ragione d'ogni mio fatto... Dirò di più, tanto sono persuasa di poter essere utile a degli sventurati, che io sono disposta, giacchè ho superato il primo ribrezzo di venire a questi scanni, a sopportare la vista del costituito lacchè... Io porto opinione che la mia presenza e le mie parole e la ricordanza de' fatti avvenuti gli faranno smarrire l'audacia, e la verità balzerà fuori.
      E la contessa tacque in mezzo al silenzio de' giudici.
     
     
      VII
     
      Ella, vedendo che l'auditore scrivente aveva deposta la penna, aspettava di essere di nuovo interrogata dall'attuaro. Ma questo invece si fece dare il processo verbale, e lo passò all'illustrissimo signor capitano, il quale, dopo averlo letto attentamente, si alzò e così disse alla contessa :
      - Il tribunale ha compiuto l'ufficio; dolente per un lato di avervi sottoposta a gravi disturbi, felice per l'altro di aver consolato queste aule dove risuona di continuo la voce della colpa, d'averle consolate, dico, colla vostra presenza, colla vostra coraggiosa franchezza, coi vostri savj ragionamenti, colle vostre calde preghiere.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Macchi Grillo