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      Ma va benissimo così. È assai meglio che il palazzo di Giustizia metta il parrucchino e il belletto e diventi allegro come il palco scenico di quello che presentano le tragedie asmatiche di Corneille; men male quelle di Racine, il quale par che faccia il disperato o pianga per diporto, tanto è calcolato in tutto, onde si direbbe che paga il fiaschetto delle lagrime un tanto all'oncia.
      - Ma cosa fai qui, Zampino, e come puoi abbandonare il teatro?
      - Meglio servitore di carrozza, che servitore di palco scenico, quando non è stagione di carnevale. Allora gli artisti son tutti di cartello, e pagano senza contare... Adesso sono straccioni che non han di proprio nemmen le maglie; perciò di giorno servo il carrozzone del comune e conduco in giro i forestieri... Men male però stavolta che s'è fermata a Milano... questa cara bionda, la quale non guarda pel sottile... e insieme coi denari vien anche roba e cibo e vino... Ah... questa ragazza e il signor Amorevoli, per far star bene chi li serve, non c'è chi li somigli.
      - A proposito, che è avvenuto del tenore?...
      - È a Venezia... ed or sa Dio quando tornerà, perchè quando un tenore di quella vaglia, piglia il volo, chi può sapere dove andrà a finire? Inviti di qua, inviti di là, se poi vanno alla Corte di Francia, o alla Corte di Spagna, o alla Corte di Vienna... a rivederci all'altro mondo... E dire che m'aveva promesso di condurmi con lui... perchè gli piaceva il mio servizio... ma... È stato un tal diavolo a quattro questo carnovale passato, con tante disgrazie.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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