Questi comparve di fatto in un col causidico praticante Benaglia. Aperto il costituto, l'attuaro domandò al Barisone se conosceva il Suardi.
- Lo conosco fin da due anni, fin da quando esso era al servizio del marchese F...
- In quali relazioni vi siete trovato con lui?...
- Io ero cameriere all'albergo... e, quando lo conobbi per la prima volta, esso era un avventore che scialava e mangiava i migliori bocconi, e beveva il vin migliore... Di poi, allorchè venne scacciato da quella casa, si astenne per qualche tempo di venire all'osteria; e quando ci tornò, se prima faceva il signore e non giuocava che cogli avventori, dopo ha dovuto, di necessità, se voleva trovare un compagno, mettersi a far comunella con noi gente di servizio... e a notte tarda, quando i più degli avventori eran partiti, giuocava con noi alle carte; e siccome a quell'ora si cenava, egli non aveva schifo di mangiare nei nostri piatti, perchè si capiva benissimo che capitava all'Osteria senza che nè una crosta di pane gli avesse toccato un dente. Si rifece però un poco, e lo vedemmo con de' zecchini d'oro assai in quell'occasione che vinse la corsa co' lacchè di Brescia e di Cremona. Ma fu un'allegria corta, perchè presto tornò ad aver bisogno degli avanzi della nostra cucina.
Qui l'auditore l'interruppe.
- Di qualche cosa però avrà dovuto vivere; con che dunque esso mantenevasi?...
- A dormir sul fenile dell'osteria, a mangiare nell'altrui piatto, ad avere i piedi fuor delle scarpe, mi pare a me, che non debba occorrere gran cosa per vivere.
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