L'animale-uomo non comparve mai così bello, così sfolgorante, così formidabile nella sua giovinezza come in quel punto. Nella pelle e nella tinta v'era la delicatezza di una fanciulla; nelle forme, ne' muscoli, nelle proporzioni perfettissime l'aitanza di un gladiatore giovinetto. Il medesimo senator Morosini, rivoltosi al capitano, non si potè trattener dall'esclamare: - Che bel ragazzo!
Ma il bel ragazzo fu incontanente tratto in alto come un fascio di fieno; e un gemito ferino che sordamente gli muggì in gola, perchè una volontà di ferro avea tentato di trattenerlo, accusò il dolor fisico derivatogli dalle braccia squassate.
Così sospeso per aria, all'attuaro che gli ripeteva se risolvevasi a dire la verità:
- La verità l'ho detta, rispose, anzi urlò.
Il senator Morosini suggerì allora ai quattro manigoldi di alzare la vittima più presso la carrucola, e accompagnò le parole caricando di nuovo le nari di rapato, e scuotendo colla punta del pollice e dell'indice la cadente polvere dalle ampie lattughe di pizzo di Fiandra della camicia, asperse di oscura goccia.
Rialzato così il Galantino, potè sentirsi lo stridere della carrucola e il fruscìo della corda; non però un lamento di lui, che, alla sempre uguale domanda rinnovatagli, rispose sempre le stesse parole.
A tal punto, per ingiunzione del capitano, venne calato giù. Sotto al labbro inferiore del Galantino i giudici videro una striscia rossa. A respingere il dolore col dolore s'era ficcati i denti superiori nel labbro inferiore, al punto di farne sprizzar vivo sangue.
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