LIBRO SESTO
Gli attori del secondo atto. - I due mondi. - Il Galantino. - Gli appalti delle Regalìe. - Ferma generale. - I fermieri Greppi, Pezzolio, Rotigno, Mellerio. - Strana risoluzione del popolo milanese. - La contrada delle Quattro ganasce. - Editto del 7 aprile 1766. - Il tabacco di contrabbando e la beltà adolescente. - Il monastero di S. Filippo.
I
Sono trascorsi sedici anni. Saltano fanciulli e parlano adolescenti di cui i genitori nel 1750 o non si conoscevan tra loro affatto, o non sapevano di dover diventare marito e moglie, o i loro nomi non erano stati ancor gridati da nessuna balaustra di altar maggiore; son giovinotti maturi quelli che alla metà del secolo, non avendo che venti anni, eran chiamati fanciulli dai giovinotti maturi del loro tempo. Le belle donne che, allora nella canicola dei venticinque anni, facevano girar la testa a chi le avvicinava, ora hanno varcato il quarantesimo anno, e qualche ruga incipiente ha fatto cadere, a loro dispetto, il termometro fin quasi a zero; e non osano più sfidare le lucide e bianche mattine, e molto meno il perfido sole di mezzogiorno, ma amano di preferenza le luci artificiali, modificate dalle seriche cortine piuttosto color rosso o rosa o violaceo, che gialle e verdi; e, se escono a passeggi sollazzevoli, benedicono gli smorenti crepuscoli, incaricati di gettare una benefica confusione tra i confini che dividono la gioventù dalla maturanza! E chi era maturo ora è vecchio e chi vecchio è decrepito: l'avvocato Agudio, per esempio, non può più recarsi nemmeno in carrozza nè in lettiga al collegio dei giureconsulti, e, obbligato al letto dal femore cronicamente offeso, serba però ancora lucidissima la mente e inesauribile la dottrina legale, e dà consulti a chi ne vuole.
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