Avvenne inoltre che il fratello del Rotigno Rocco venne a morire nel gennajo dell'anno 1752, la qual cosa produsse altre conseguenze vantaggiosissime al Suardi: ed eccone la ragione. L'impresario Rocco, che già era venuto, allorchè attendeva al semplice commercio delle sete, a tristi termini, per la sua abitudine allo spendere più delle entrate; fatto fermiere e, in poco tempo, trovando di poter raccogliere guadagni al di là d'ogni preventivo, erasi dato alla larga vita, al banchettare, al signoreggiare, senza darsi più un pensiero al mondo del governo della casa, perchè di ciò era specialmente incaricato il fratello ex-agente, prudente amministratore. Di modo che pare che un giornale di quel tempo, intitolato il Corriere Zoppo, alluda a lui in quel numero del mese di dicembre dell'anno 1753, dove è stampato che i fermieri, oltre i gran profitti che traono, pascono la propria ambizione nel signoreggiare e nel farsi servire alla sovrana da una truppa di commessi.
Mortogli pertanto il fratello, e datosi a sfoggi, a bagordi, a giuochi, a scialacqui, e non avendo più mente per governare il fatto proprio, fece, come suol dirsi, carta bianca al Suardi, di cui quanto le mani fossero fedeli, il lettore lo sa al pari di noi.
Dal 1752 pertanto al 1754, per parte del signor Rocco Rotigno, non fu altro che un guadagno continuo e senza misura e uno spendere in proporzione; e da parte del Suardi, occhio dritto e mano dritta del signor Rocco, non fu altro che un usufruttare il capogiro del suo principale, tanto da far entrare in casa propria, senza che nessuno se ne accorgesse, o almeno senza che se ne accorgesse chi poteva impedire tal fatto, buona parte dei redditi annuali di colui, a non tener conto de' guadagni legittimi, e non legittimi, ch'egli, quale esattore e cointeressato, faceva per se stesso.
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