Questa cuccagna continuò senza interruzione e senza importuni timori sino al mese di agosto del 1754. Ma in questo tempo, il popolo milanese, indignato dalle espilazioni sistematiche della Ferma generale, fece tale risoluzione e la attuò con tale fermezza e concordia di volontà, che le casse dei signori fermieri per qualche tempo ne dovettero sopportare gran danno.
La relazione manoscritta di questo fatto sussiste nella biblioteca di Brera, e fa parte della raccolta di quel monaco Benvenuti di sant'Ambrogio ad Nemus, da cui abbiamo tolta la storia di donna Paola Pietra; e su questa relazione sarebbe stato nostro pensiero di condurre un quadro disegnato e colorito in modo, che il lettore fosse, come a dire, trasportato in mezzo a que' fatti. Ma un istancabile scrittore, molti anni sono, avendo pubblicato gran parte di quella cronaca, non ha lasciato che noi potessimo far cosa nuova. Però ci limiteremo a riassumere i fatti principali di quella relazione stessa con quegli intendimenti che non sono in essa e che non si propose chi la diede in luce; riporteremo poi, sempre riassumendo, quelle parti della cronaca stessa che il suo editore ha creduto bene di omettere, ma che al fatto nostro riescono preziose e caratteristiche. Nell'azione così di un astuto furfante (il Suardi) infaticabile a frodare il danaro pubblico per la protezione d'improvvide leggi, e nella reazione oculata, sapiente, ed ugualmente infaticabile di un generoso e vigoroso intelletto (il Verri) che si propose di difendere la pubblica ricchezza dalla mano rapace di pochi, vedremo un atteggiamento curioso di quel tempo, e la crisi benefica operarsi, come in quasi tutti i membri della società d'allora, così anche in codesta parte della pubblica amministrazione.
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