Per verità non consta, ma ci pare che, tenuto conto dei fatti precedenti, e avuto riguardo agli istinti rapaci del nostro ex-lacchè Galantino, egli avrà dovuto essere uno di quei tali detentori minacciati di scomunica. Ma nessuno si occupò di far rivelazioni a danno suo, nè egli si prese premura alcuna di consegnare o al cancelliere arcivescovile o al vicario foraneo oggetto di sorta; nè la scomunica lo colpì mai nè allora nè dopo. Bensì fu notato com'esso, da una certa magrezza accidentale, ma che non fu troppo fuggitiva, la quale aveva alterato di qualche poco la sua bellezza giovanile, cominciò a riaversi alquanto dopo la morte del primo Rotigno; se ne rifece quasi del tutto dopo la scomparsa del Rotigno secondo, e trascorso un anno, gli si soffusero di novello incarnato le belle guance, che ritornarono tumidette e rigogliose di beata salute: press'a poco siccome avvenne di alcuni famosi eroi delle antiche e delle moderne storie, i quali dalla squallida magrezza onde furono investiti sotto all'azione violenta dell'insaziato genio della conquista, si riebbero quando poterono appagare la loro ambizione, e raggiunger l'ultimo intento.
E otto anni passarono così al Suardi tra la giovinezza che baldanzosa gli maturava, e la salute che continuava, e l'allegria che cresceva, e la ricchezza che s'accumulava. Ma a un tratto la popolazione milanese sbuffò come nel 1754, e fu nell'occasione in cui venne pubblicato l'editto del 7 aprile 1766, provocato certamente dai fermieri, coi soliti mezzi onde sapevano ottenere tutto quel che volevano, e forse da essi medesimi imaginato e scritto, perchè l'assurda violenza che v'è comandata non può spiegarsi se non facendone autrice la loro insaziabile ingordigia.
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Galantino Rotigno Rotigno Suardi
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