Sapeva che colui abitava, o, almeno, veniva spesso in un sito contiguo al monastero, chè in questo il Suardi aveva ottenuto il suo intento. Passeggiando ella dunque nel giardino, cominciò a dilungarsi dalla giovinetta schiera delle compagne alunne, e ad esplorare d'ogni intorno per iscoprire se mai le potesse pervenire qualche sentore di colui. Quando facevasi sommesso o taceva del tutto il cicaleccio delle amiche, stava, come suol dirsi, in sull'ale, quasi sperasse che quell'insolito silenzio venisse mai rotto da qualche voce che non fosse quella delle amiche o delle maestre; allorchè un giorno, pervenuta all'ultimo lembo del giardino, dov'era come una baracca, la quale serviva di legnaja e di ripostiglio per gli strumenti rurali dell'ortolano, penetrò in essa come un viaggiatore sempre in cerca di una terra inesplorata, e s'affacciò così a caso ad una rozza finestretta con inferriata. S'affacciò e fuggì e cadde a sedere su dei covoni di paglia, quasi svenuta. Il Suardi era al balcone, e vide quel raggio balenare di tratto, e svanire come una stella di sant'Elmo.
LIBRO SETTIMO
Ada. - Il Galantino e l'ortolano del monastero di San Filippo Neri. - Guglielmo lord Crall. - La casa Ottoboni-Serbelloni. - Pietro Verri e il bilancio dello stato del commercio nel ducato di Milano. - I commissarj della Ferma. - Una loggia di Liberi Muratori nella contrada di san Vittorello. - Il Galantino e il figlio della Baroggi. - La madre priora di San Filippo. - I commessi della Ferma e i Liberi Muratori.
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