- In cucina, in legnaja, in cantina... e qualche volta, quando le monache sono in refettorio o in giardino, si va a far pulizia ne' dormitoj; e quando le ragazze sono a letto, si va a farla in refettorio.
- Sei tu solo a far questo?
- Io e il facchino del convento.
- Ma va benone. Or vedi che si ha a fare. Vieni intanto con me.
E l'ortolano seguì il Suardi in un camerone terreno.
- Vedi tu tutta questa roba?
- Vedo e sento. È un tale odor di tabacco che si starnuta anche senza annasare.
- Ebbene, ho bisogno che tutta questa roba, già non è poi gran cosa, tu la distribuisca, un po' per giorno, in molte parti del convento, in quelle parti che sono fuori della vista giornaliera.
- Oh... questo è impossibile.
- Per chi ha buona volontà non c'è niente di impossibile.
- Anche questo può esser vero... ma...
- Che ma?
- Vossignoria sa cosa c'è di nuovo.
- Vuoi tu che non lo sappia? Sono uno di quelli che hanno fatta la legge.
- Capisco.
- Non c'è dunque per me nessun pericolo a contravvenirvi.
- Per vossignoria, no; ma per quelle del convento...
- Ma sei forse innamorato delle monache?
- Io? oh!...
- Lascia dunque andare, e piglia questi due zecchini che cogli altri faranno otto... Finita la cosa, te ne darò altri quattro, e così faranno dodici. Trovami fuori or tu un ortolano in tutto il Ducato che in ventiquattro ore guadagni dodici zecchini.
- A far l'ortolano, no; ma nemmeno io ci riesco, perchè mi pare ch'oggi non si tratti nè di cipolle nè di lattughe.
- Dunque...
- Eh... basta... quando si tratta di cambiar stato, si può fare un tiro anche alle monache.
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Suardi Ducato
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