Gli occhi delle madri, quando trattasi di figli amatissimi, comprendono cose che nessun occhio acuto non potrebbe mai decifrare. Ma ella pure, dal canto suo, non solo non ne fece motto al figlio, ma dissimulò profondamente d'essersene accorta. Ella non poteva veder di buon occhio quest'affetto, e si crucciò amarissimamente appena ne ebbe sentore. Le parea come di farsi rea di lesa delicatezza, soltanto a pensare alla possibilità che, ritornando a Milano la contessa Clelia, la quale con sì fiducioso abbandono le avea lasciata la cura della figlia, trovasse poi nella casa medesima di donna Paola già adulto un amore tra la propria figliuola e il figlio di lei. Perciò taceva e sperava, e quando la nobil donna conservatrice del monastero di San Filippo, le parlò dell'indole troppo vivace e risentita dell'educanda Ada, e le propose di ritirarla dal collegio, ella amò di lasciar cadere quel discorso, perchè tutto avrebbe voluto anzichè tenersi in casa quell'occasione di contrattempi e di sciagure possibili.
A tal punto eran dunque le cose, quando Ada alle tentatrici parole del Suardi ebbe risposto più col suono della voce che con altre parole. Ma il dramma sollecitava il suo gran colpo di scena.
Tutti i giorni, essendo entrata l'estate, il giovane Crall soleva recarsi in sul tramontare della giornata in casa della marchesa Serbelloni-Ottoboni, dov'era il convegno di tutti i begli spiriti della città di Milano. Il dì stesso in cui il Suardi, per ingiunzione dei capi della Ferma, e per decreto della magistratura, e con permesso della sacra congregazione, trattandosi di luogo eccezionale, aveva stabilito di mandare la solita sgherraglia a perquisire il monastero di San Filippo Neri; quel dì stesso lord Crall non credette di rompere le sue abitudini e si recò in casa Ottoboni.
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