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      Per me, per voi, per tuttaLa cittą mi travaglio ......
     
      In altra parte poi, Cesare Beccaria, seduto solo, anzi sdrajato su d'un canapč, gią annojato del peso della sua precoce corpulenza e della gloria che non aveva cercato, dissimulava, sotto l'aspetto d'una indolenza invincibile, l'attivitą prodigiosa ma intermittente di uno spirito che conflagrava a sbalzi, e prorompeva poi come la lava; e, inerte, pareva non avesse nč pensieri nč volontą di pensare, e non badasse a nessuno dei discorsi che si facevano intorno a lui; chč girava vagamente la semichiusa pupilla di cosa in cosa, come uno che abbia piuttosto volontą di dormire che d'operare; ma in realtą ascoltando tutto, e avvicinando le idee estreme che tumultuavano in quella sala nel cicaleccio di tante persone, e di ciascuna idea che gli paresse non rigettabile facendo base alla feconda generazione di tutte le idee conseguenti, colla prontezza d'una facoltą induttiva prodigiosa.
      Ora nel punto che codesto quadro animato si moveva in sala, sul terrazzone agitavasi un altro quadro animato, pił attraente di quello che stava in sala, essendo costituito di belle e giovani gentildonne.
      I discorsi che volavano all'aria dalle lor bocche leggiadre non assomigliavano a quelli che facevansi al di dentro. Non un tčma industriale, non un tčma scientifico, non uno di belle arti, nemmeno di musica; se pure alle arti non si volessero ascrivere i bei giovinotti attillatissimi che passavano a cavallo per di lą. Tenendo dunque dietro quelle care donne ai cari giovani, d'improvviso chi stava in sala sentģ esclamare da mezza dozzina di bocche: Guarda, guarda - guardate il Galantino.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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