Eppure era quello che era, e mio padre, col quale mi trovavo a Milano nel '66, mi disse d'averlo veduto più volte aiutare il mozzo di stalla dell'albergo dei Tre Re ad attaccare i cavalli alle vetture».
Venendo ora al fatto nostro, la comparsa del Galantino sotto i balconi di casa Ottoboni-Serbelloni diede una repentina diversione a tutti i discorsi che si facevano dalle persone là convenute, associandole tutte in una discussione sola. Pochi momenti prima era entrato in sala lord Crall. Il fasto del Suardi fece mettere sul tappeto l'editto del '66. Parlò il Verri, parlò il Parini, parlò Beccaria, parlò il giovane Guglielmo. E il dibattimento fu tale, che merita la pena che noi lo riproduciamo, tanto più che la conseguenza di esso fu una pericolosa risoluzione presa dal figlio di donna Paola, risoluzione che aggruppò, facendolo più serio, il dramma.
III
- Bello eh?... disse ironicamente il segretario Cesare Larghi, il celebre villottista, alla figlia maggiore della contessa Marliani che somigliava alla madre.
- Altro che bello, bellissimo... rispondeva la contessina; guardate là il marchese Sannazzaro e don Glicerino Brebbìa che figura fanno, cavalcando poco discosti da lui.
- Io scommetto, entrava a dire una assai matura dama, la quale era però stata molto giovane e molto bella, e s'era giovata troppo bene e della gioventù e della bellezza; io scommetto che venne fatto uno sbaglio o dalle comari o dalle balie, e che colui fu tramutato in cuna con qualchedun altro... perchè il sangue sopraffino si conosce alla sua pelle.
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