- Adesso poi, mi permetta, marchesa, ma voglio andare innanzi io... Sappiano dunque che lunedì, la direzione dell'ufficio della Ferma generale ricevette una lettera anonima, che io naturalmente avevo letto prima che fosse ricapitata. Nella qual lettera era fatta la denuncia «Qualmente che in casa del pittore Londonio fosse nascosta una quantità considerevole di tabacco da naso, tabacco di Spagna di prima qualità... e che era nascosta nei tali e tali luoghi...» Ora la lettera anonima fece presa... e tanto, che nell'ora in cui si stava a tavola, tre commissarj della Ferma, due tenenti della giunta, due bargelli del capitano di giustizia si presentano al portinajo di casa, il quale tutto scalmanato entra e dice: - È qui la forza... coll'ordine di fare una perquisizione in tutti i locali della casa... - Or viene il buono. Dietro la scorta di una carta che avevano tra mano, si dirigono a luogo sicuro... e in un sottoscala vicino al mio studio trovano una dozzina di boette, o almeno d'involti che a loro pareano boette forestiere; e insieme con quelle tre grandi vasi coperti; e dal sottoscala passando in giardino trovano altre boette e altri vasi in un ripostiglio del corridojo... e così altrove. Scoperto il corpo del delitto, fatta portar penna, carta e calamajo, due de' commissarj della Ferma e un tenente della giunta si accingono a stendere il processo verbale... ma prima, a constatare la qualità del tabacco, que' tre personaggi gravi, arcigni, terribili, fatto scoperchiare un vaso, immergono le loro sei dita contemporaneamente come se facessero l'esercizio, portando poi ciascuno le due dita al loro naso magistrale; se non che, pur contemporaneamente, si guardarono in faccia con un tale scontorcimento del viso e tali smorfie strane, che per quanto io fossi preparato, non potei trattenere gli scoppj del ridere.
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