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      Giacchè pur troppo mi accorgo che contro a certi mali ci vogliono rimedj speciali. Ma intanto mi scusi l'abate Parini, se questa volta me la piglio anche con lei.
      - Con me?
      - Precisamente con lei per quanto io le sia obbligato da tanta gratitudine. Prima di tutto, a che essere ammesso, pe' suoi meriti straordinarj alla confidenza del conte Firmian, che mi dicono avere l'istinto del bene, senza parlargli chiaro, e senza dimostrargli lo scandalo dell'ultimo editto? In secondo luogo, a che avere tra le mani l'arme onnipotente di una gazzetta, lasciata in suo arbitrio, senza adoperarla quando più freme il bisogno? A Roma la Ferma venne abolita in virtù delle gazzette; è una gazzetta che fuori di qui scarica assiduamente le sue armi per ferire la Ferma. Ma le armi degli ignoti valgono poco. Vuolsi che la verità sia fatta risuonare da un uomo venerato dal pubblico e rispettato dagli stessi uomini del potere, perchè sia riconosciuta siccome tale da tutti; ed io sono certo che se nel gazzettino di Milano uscisse una catilinaria dell'autore del Giorno contro agli arbitrj de' fermieri, questi si conterrebbero alquanto, o l'autorità penserebbe a contenerli.
      - Mi piace la vostra franchezza, giovane generoso, rispose il Parini, ma quel che torna inutile non va fatto. L'autorità che un uomo d'ingegno e di cuore s'è legittimamente acquistata, finisce a spuntarsi quando il pubblico s'accorge che, per quanto ella sia generosa, non viene ascoltata. Avete veduto che risultamenti ebbe la notizia che ho spacciato sull'abolizione de' castroni.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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