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      Attraversato il cortile, si fermò davanti ad un ingresso chiuso da due imposte, nella destra delle quali era infisso un pendulo martello a serpente. Diede due gran colpi, l'uno vicinissimo all'altro, poi attese alquanti secondi, e diede un terzo colpo più deciso e più sonoro dei due primi. Allora le imposte si spalancarono, come se un nascosto congegno le avesse fatte girare, e com'egli fu entrato, quelle si chiusero dietro lui. Il luogo dove lord Crall avea inoltrato il piede, era un'aula vasta; tre lampade pendevano dalla vôlta. Questa e le pareti eran tutte tappezzate di drappo nero; scheletri interi e frammenti di scheletri umani, costati, braccia, stinchi, teschi erano appesi intorno intorno come trofei. Una gran tavola coperta di panno nero era ad un'estremità dell'aula. Assiso innanzi ad essa stava un vecchio, d'aspetto grave, con due altri seduti alla destra ed alla sinistra di lui. Sulla tavola, davanti all'uomo seduto nel mezzo, era un teschio, uno squadro, una cazzuola ed altri ordigni. Dietro a lui, molto in alto, pendeva dalla parete un quadro che rappresentava i ruderi di un gran tempio, sulle due colonne anteriori del quale si leggevano queste parole: - Iachin e Booz. - Sotto ad esso era un tripode, e sul tripode una lampada funeraria, da cui guizzava una gran fiamma verde-azzurra che rischiarava misteriosamente quel quadro e tutta l'aula e le faccie dei tre che stavano innanzi alla tavola, e le trenta o quaranta faccie degli altri, seduti in ampio cerchio rimpetto ai tre.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Crall Booz