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      Se non che il fatto dell'architettura murale s'era convertito in simbolo dell'idea di civiltà e di progresso; epperò tutt'Europa avea brulicato di tante figliazioni di quella società, quantierano uomini invaniti della persuasione di poter essere illuminatori del loro secolo.
      Una tale società che, senza essersi mai spenta del tutto, ebbe però de' periodi del più inerte languore, si ridestò tutt'a un tratto verso la metà del secolo passato in Inghilterra prima, poi in Francia, e colla più rapida moltiplicazione poi in Italia. Nel 1732 avea stabilita una loggia a Roma. Nel 1747 ne piantò una a Milano (si chiamavano logge i luoghi delle sue adunanze). Nel 1766 ella viveva ancora ed avea residenza appunto nella contrada di san Vittorello. L'autorità conosceva l'esistenza sua, ma non ne pigliava gran fastidio perchè da essa non era mai derivato danno di sorta; d'altra parte sapeva che la moltitudine, alla quale era pur nota l'esistenza di lei, la derideva manifestamente, e perchè non avea mai veduto procedere da essa atto veruno che, in poco o in tanto, influisse sul bene pubblico; e perchè sapeva come quelle serali e notturne conventicole si sciogliessero spesso in pranzi lauti e cene prolungate. Comunque del resto fosse di ciò, nel tempo a cui ci troviamo colla nostra storia, quella società, ingrossata di fresca schiera e sollecitata da qualche spirito fervoroso, avea preso un avviamento un po' più determinato e serio. A noi non consta che il Verri v'appartenesse. Il suo ingegno acuto e pratico e consistente gli avrà fatto riconoscere e deridere l'inutilità di tali riunioni.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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