È necessario un esempio, è necessario che qualche vita si sacrifichi alla giustizia, è necessario che qualche fatto enorme scuota dal colpevole letargo coloro che pur tengono il mandato del pubblico bene, ma che, impinguati dalle volpi, chiudono gli occhi e lasciano fare. Quelli che sono del mio avviso, permettendolo il maestro venerabile, si alzino dunque e mi seguano.
A queste parole così determinate, proferite con voce sonora e con accento caldissimo, successe un bisbiglio fra quanti erano là radunati nell'aula. Il maestro venerabile, con placido discorso, tentò dissuadere il fratello Crall da quell'impresa arrischiata; il maestro oratore venne in soccorso del venerabile, così pure il maestro tesoriere e il segretario, tutte persone che probabilmente non volevano compromettere i pranzi e le cene future con qualche passo arrischiato.
- Ma a che, gridò allora il giovane Crall, abbiamo pronunciato con tanta solennità il giuramento dell'ordine? Dimmi tu, e qui si rivolse ad un giovane vicino, dimmi tu che l'altro giorno non eri che un lupicino venuto a cercar qui la luce (si chiamavan lupicini i candidati prima di essere ricevuti in quella società), dimmi ora dunque: che cosa hai giurato quando fosti trovato degno di essere ammesso fra gli adepti? Parla, che cosa hai giurato su questa spada?
- D'amare i miei fratelli, e soccorrerli a norma delle mie facoltà.
- E a che hai acconsentito quando mai tu non sapessi mantenere il giuramento?
- Che mi sia troncato il capo, strappato il cuore, abbruciato il corpo e gettate le ceneri al vento.
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Crall Crall
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