Il sole era scomparso, da qualche tempo, e anche i luminosi crepuscoli di quella serena giornata s'erano spenti affatto, e qua e là lasciavasi veder nel cielo qualcuna delle stelle più premurose, allorchè sboccò dalla contrada di San Vittorello quella scelta schiera di Frammassoni giovani e frementi, armati tutti di spade e qualcuno anche di pistola; dispostissimi tutti a far nascere un tale scompiglio e un tal disordine, che fosse poi atto a provocare un ordine. Ed ora dobbiamo dire quello che, sebbene non sia indifferente, pur ci fuggì di memoria allorchè parlammo di quella loggia di Muratori; ed è che fra coloro i quali si trovavano presenti alla tornata, v'era un uomo che abbiamo conosciuto fin dall'anno 1750, e che, se non fu il primo, non fu nemmeno l'ultimo ad aver parte attiva negli avvenimenti d'allora; vogliamo dire il signor Lorenzo Bruni, violino di spalla per l'opera, e primo violino del ballo al teatro Ducale. Il lettore deve ricordarsi e della lettera che lo stesso Bruni scrisse da Milano al signor Amorevoli, tenore al teatro di Dresda, per dargli informazioni intorno alla figliuola della contessa Clelia V...; e com'egli fosse venuto a Milano onde conchiudere di presenza, co' signori ispettori del teatro Ducale, la scrittura di sua moglie, madama Gaudenzi-Bruni, per la prossima stagione di carnevale.
Or dunque si aggiunga al resto che il Bruni, venuto a Milano solo, era stato poi raggiunto dalla moglie e da un suo figlio giovinetto, il quale non aveva ancora tre anni (Chi avrebbe detto a noi che questo fanciullo, figlio di un tal uomo, dovevamo poi conoscerlo vecchio novantenne in riva al lago di Pusiano, perchè ci fosse anello di comunicazione tra il passato e il presente!
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