Quella quarantina di soldati di milizia regolare, che i cappuccini, saputo lo scompiglio, erano andati a prendere alla vicina caserma di San Barnaba, circondarono le guardie assalite e i gentiluomini assalitori, e i colpi cessarono, se non cessò il sangue di scorrere. La folla che, allorquando i soldati fecero largo, ebbe teste e stomachi e ventri percossi e scompigliati spietatamente dai colpi di calcio, di necessità si fece più rada. Un po' di calma sottentrò al tafferuglio inaudito di prima, un po' di silenzio successe al frastuono che parve aver voluto far crollare le mura del monastero. Cinque uomini erano stesi sul selciato del cortile; nè in quel primo istante si ebbe tempo di vedere se erano morti o feriti.
- Che cosa dunque è stato tutto questo fracasso? domandò il tenente a quelli ch'eran là accerchiati.
- Noi non possiamo saper nulla, rispose il Baroggi. Noi siamo qui per ordine della superiorità. E s'è scoperto molto tabacco proibito in convento. Ecco tutto. Cosa poi sien venuti a fare questi signori non si sa.
- Siamo venuti a far giustizia noi, gridò lord Crall, giacchè nessuno non sa più farla qui. Siamo venuti a dare un esempio, e a lasciare un segno che faccia risensare gli stolidi che hanno voluto sguinzagliar questa canaglia nell'asilo delle sante vergini. Ecco cos'è stato.
Il tenente del reggimento Clerici non rispose nulla nè al Baroggi, che nella sua qualità di soldato urbano al servizio della Ferma era tenuto in dispregio dagli ufficiali della milizia regolare; nè a lord Crall, che conosceva e stimava, ma al quale non poteva dar ragione, per la gran ragione che in faccia alla legge colui aveva torto.
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