Ci pare di aver detto più d'una volta come tutta la città di Milano, tanti anni addietro chiamata dalla valentia straordinaria di donna Paola, aveva avuta l'abitudine di accorrere in folla alla chiesuola del monastero di santa Radegonda, quand'ella monaca professa o cantava mottetti e responsorj, o suonava l'organo. Però ella non aveva dismessa affatto la pratica di quell'arte, e anche nella sua vecchia età, nei ritrovi più intimi, si lasciava indurre a dar saggio della sua ancor abile mano, quando ne veniva pregata o importunata.
Quasi dunque ogni sera ella interveniva in casa Ottoboni; vi si fermava fino al tocco della campana, alla qual ora o veniva a prenderla la carrozza, o se il tempo era bello e l'aria mite, veniva a pigliarla il suo figlio Guglielmo, il quale viveva con essa nel più ammirabile accordo; e così pedestri, seguiti dal servitore col lampione, si rincasavano, per ritirarsi, ella a riposare, lord Guglielmo a studiare fino a notte tardissima.
Anche in quella sera donna Paola Pietra, sul tardi, come soleva, recossi in casa Ottoboni. Essendo stata bellissima la giornata, lord Guglielmo aveva detto al carrozziere di non attaccare per quella sera, ch'egli stesso avrebbe accompagnato a casa sua madre. Spesse volte poi il padre Frisi e il Parini e l'avvocato Fogliazzi si facevan con loro, e così lentissimamente passeggiando e qualche volta scegliendo apposta la strada più lunga, continuavano la conversazione e qualche volta anche salivano tutti in casa Pietra-Incisa a bere l'acqua cedrata.
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