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      Il collarone Baserga, esoso a tutti, nel punto che con più ardimento spiegava la sua mala natura, precisamente in quel punto i credenzoni gli si volsero più benigni. A seguire colla riflessione codeste bizzarre contraddizioni della società che si piega ad ogni vento, chi vive d'entrata può divertirsi tanto, quanto basta per purgarsi delle amarezze che vi si raccolgono ad ogni minuto!
      Un'ora dopo mezzodì, i nostri vecchi avventori erano dunque tutti seduti in caffè; il nostro amico presidente passeggiava innanzi e indietro, colle braccia conserte al petto, come se il mondo posasse tutto quanto sovra i suoi larghi omeri. Solo in un angolo l'amico collarone, il signor ragioniere Baserga, sorseggiava la cioccolata.
      A quell'ora, com'è naturale, tutta la città era piena dei fatti avvenuti la notte antecedente, figuriamoci poi se non ne doveva essere completamente informata quella società di compagnoni, cacciatori instancabili di notizie e di pettegolezzi.
      - Avete ragione, diceva il presidente; il fatto, anzi l'intreccio de' fatti, è strano, è curioso, è avviluppato fino a parere inverosimile, ma è ancora un niente per sè stesso. Quel che fa strabiliare si è che, per questi fatti, tornino oggi in ballo precisamente coloro che tanti anni fa provocarono tali e tante ciarle da andarne sottosopra tutto il Ducato. Che la signora contessa Clelia abbia dato al mondo una bella figliuola... niente di più naturale. Ma quel che fa senso è, che da un monastero dove non è mai avvenuto scandalo di sorta, debba scomparire una fanciulla, e che questa fanciulla sia precisamente la figlia della contessa!


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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