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      Questa fermatina ci torna inoltre necessaria a far conoscere una nuova e micidiale bocca da fuoco, apertasi all'impensata per rendere ancora più difficile la posizione del Galantino. Dal ragioniere Baserga abbiamo saputo che, per decreto dell'eccellentissimo Senato di Milano, era stata dichiarata la paternità del conte V... rispetto alla fanciulla Ada. Dio sa, penserà il lettore, di che scoppio di furore avrà dato spettacolo il conte alla notizia di quel decreto! ma in vero che avvenne il contrario, ed ecco come. La natura del conte ci è nota. Forza muscolare assorbente l'intellettuale, cuore schietto, nascosto ed avviluppato in mille modi dall'orgoglio di casta, dall'intolleranza, dalla spavalderia soldatesca; e nel tempo stesso un corredo di pregiudizj così inveterati, che lo facevano devoto al principio dell'autorità. I senatori, ad uno ad uno, ei li avrebbe, in un bisogno, fatti correre a squadronate, ma il Senato tutt'insieme raccolto, ma il presidente di esso, circondato dalle più pompose apparenze del pubblico ossequio, che veniva chiamato Quasi rex e pareva un semidio, imponeva alla sua imaginazione; il decreto pertanto che emanò da quel formidabile consesso, firmato da colui, che solo col suo carrozzone lentamente tirato da quattro cavalli aveva il privilegio di poter interrompere l'ordine regolare delle carrozze sul corso di via Marina, gli fece un tal senso, che credette più a quel decreto che a sè stesso. A questo però conviene anche aggiungere che il furore di vendetta aveva avuto, in quindici anni, il tempo di svaporare; che l'avvocato il quale difendeva il suo diritto e gli altri causidici consulenti non gli aveano mai data per sicura la vittoria sulla parte avversaria; che (e forse questa fu la causa prevalente), avendo avuto più volte occasione di veder la fanciulla Ada, quell'aspetto leggiadro, attraversando soavemente gli orgogli, i disdegni, i pregiudizj, gli penetrò fino al cuore, e vi si fermò. Spesse volte nella solitudine della sua casa vedovile, pensando a quel vago angelo, si sentiva commosso rimeditando le sventure, le quali non vollero che la sua casa fosse benedetta.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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