Pagina (603/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma invece di parlare si tacque, per quell'astuzia istintiva che si mescola anche all'innocenza più ingenua, e pel pudore di nominare un bel giovane alla governante. Se per colui non avesse provato che una curiosità indifferente, il pudore non l'avrebbe trattenuta e l'astuzia non l'avrebbe costretta a tacere per tema che la governante, messa in sospetto, non fosse per cambiar strada in avvenire.
      Ma in ogni modo, ella è degna di pietà, più che di biasimo, se inciampò nell'agguato, al pari di un'augelletta che, immatura sporgendo il capolino dal cavo dell'albero, è tosto ghermita dal cercatore di nidi.
      Bensì, d'ora innanzi saranno più degne di biasimo che di pietà quelle fanciulle che, dopo aver fatto conoscenza colla giovinetta Ada, non vorranno ascoltare i nostri consigli, ed apprendere dalle sventure di lei l'utile lezione.
      Intanto noi dobbiamo far silenzio, se, ascendendo verso Montepiatto, vogliamo vedere un quadro mobile e quasi immobile di tre figure femminili. Una donna di quarantacinque anni circa, seduta sotto il pergolato di un'umile casetta; a qualche distanza da lei, all'ombra di un castagno, adagiata sull'erba, una giovinetta piccola e rattratta, con un visino in cui brilla una vivace sebben mesta intelligenza, visino che sarebbe bello se non fosse troppo acuto; più in giù verso il lago, assisa, medesimamente sotto un castagno, un'altra fanciulla, la nostra Ada, assorta, muta, che volge lo sguardo sull'onda sottoposta, e lo gira lento lento, ma con moto macchinale, a seguire qualche vela che si dilunga.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Ada Montepiatto Ada