Per questa ragione, anzichè esser segno all'invidia e, per conseguenza, al motteggio altrui pel difetto del corpo, era amata da tutti e rispettata. Ed ella, certo senza volerlo, si avvezzò per tempo ad esercitare in convento una specie di superiorità premurosa, e dolce bensì, ma pur sempre una superiorità, che da tutte le veniva accordata e di cui ella sentiva una interna compiacenza, che però non era orgoglio.
Ada, la più vivace e tempestosa di tutte e la più frequentemente sgridata e punita dalle superiore, era perciò appunto stata presa sotto la sua particolare protezione; e siccome le preghiere della Crivello avevano sempre avuto il loro effetto, e d'altra parte essa era riuscita, più che le superiore non avrebbero mai saputo, a rendere Ada più docile, più obbediente, più pacata; così tra le due fanciulle, sebben coetanee, si era impegnata quella corrispondenza affettuosa che non intercede già tra due eguali, ma sì tra una protettrice e una protetta. La Crivello poi, come avviene delle madri che spasimano dietro a que' figliuoli che più le han fatte vegliare e più loro costarono di fatiche e d'affanni, pose davvero in Ada un affetto che ben si potea dire materno.
Adolescenti e quasi adulte, ambedue crebbero in questo affetto. Donna Giacoma dalla modestia, dall'intelletto acuto, dalla religiosità, convinta che per lei nella vita non vi sarebbero stati altri conforti se non in occupazioni congeneri a quelle che esercitava in convento; per di più, avvisata dal senso e dalla misteriosa intuizione di esso di quel che era serbato alle altre nel mondo, si pose intorno ad Ada (è strano ma è edificante e commovente a dirsi), precisamente con quella preoccupazione di una madre che è sollecitata dal pensiero per la felicità della figlia.
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