Il Frugoni, quantunque toccasse i settantaquattro anni, vivace, epigrammatico, motteggiatore, parlatore instancabile, com'era stato instancabile e inesauribile produttore di versi, giovò ad empir le lacune che troppo spesso intercedettero tra le parole del Condillac e le risposte lente della contessa distratta altrove; ma non fu così abile che il filosofo francese non si lamentasse poi dopo coll'abate poeta di aver trovato una donna più bella e superba, che simpatica ed eloquente.
In ogni modo la contessa respirò più libera quando si trovò sola, e quando, alla prim'alba, potè finalmente riprendere il viaggio. Venuta a Piacenza, passato il ponte di barche sul Po, rimessi i cavalli al trotto, lungo la strada da Casal Pusterlengo a Lodi, al rumore di altra carrozza che le veniva incontro, mise fuori la testa dallo sportello per quel movimento irresistibile onde chi viaggia è spinto a guardare i passaggeri che battono la stessa strada, e s'incontrò quasi faccia faccia col passeggiero che stava nell'altra carrozza e che medesimamente sporgeva la testa a guardare dallo sportello. Le due carrozze, che erano tratte velocemente dai cavalli, non lasciarono a quello scontro la durata di un minuto secondo. Ma questo bastò perchè e l'una e l'altro si ravvisassero. Il viaggiatore era il Galantino. Or non è a dire che turbamento mise in cuor alla contessa, senza che n'avesse una ragione precisa, quella vista inaspettata; ma ciò che veramente la colpì fu che nel retroguardare, sporgendo di nuovo la testa dallo sportello per una curiosità che non seppe vincere, vide che il postiglione faceva dar di volta ai cavalli, e la carrozza del Galantino alla lontana teneva dietro alla sua.
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