La Gaudenzi, ignara di tutto quanto era avvenuto ed avveniva in Milano che non le appartenesse, e d'altra parte, memore del cortese ajuto ricevuto fin dal 1750 da donna Paola, aveva pensato di rivolgersi ancora a lei, dopo che le erano riusciti infruttuosi tutti i passi mossi presso il capitano di Giustizia onde aver nuove del marito e saper in che condizione ci si trovasse. Sentito a nominare lord Crall fin dal giorno che dall'attuaro erale stato comunicato l'arresto del Bruni, quel cognome di suono straniero non le avrebbe mai potuto far sospettare chi veramente colui si fosse. Però alle prime parole che ella tenne con donna Paola fu reciproca la meraviglia in entrambe.
Donna Paola stupì che il marito della Gaudenzi fosse impigliato nel processo di Guglielmo; e la Gaudenzi si meravigliò più ancora nel sentire che lord Crall era figlio di donna Paola. Per questa circostanza singolare crebbe più che mai l'interesse dell'una per l'altra a vicenda; però era da un pezzo ch'elleno stavan parlando del doloroso accidente e del modo di ripararvi, allorchè il servitore entrò e disse:
- È arrivata la signora contessa Clelia V... in questo momento; eccola.
Donna Paola si alzò turbata a quel nome, al punto che parve le fuggissero le forze. La buona Gaudenzi, informata d'ogni cosa un momento prima, fu invasa da tanta pietà per la contessa, quando la vide entrare, che dimenticò quasi sè stessa.
E il suo figlio, che poteva avere dodici anni, abbastanza svegliato per comprendere tutto, si mise anch'esso in aspettazione e in apprensione a quella venuta.
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