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      Egli era venuto lì per manifestare l'animo proprio alla contessa, per dirle quel ch'era passato tra lui e la fanciulla Ada, per ottenere da lei pacificamente una parola che togliesse ogni ostacolo a' suoi desiderj. Ma quando fu al punto di parlare, non si sentì la sfrontatezza di farlo. D'altra parte non volea confessare d'essere stato l'autore del rapimento, perchè pensava alle conseguenze, e volea pur serbarsi un varco alla ritirata; e nel tempo stesso rifletteva che, per costringere la contessa ad una risoluzione, bisognava pure che le facesse toccar con mano come la fanciulla fosse in suo pieno arbitrio, e che un matrimonio era pure il solo mezzo per finir tutto senza scandalo e in pace.
      Qualche nostro lettore potrà dire che, in uomini della natura del Galantino, è impossibile una passione amorosa di quella forza, di quella intensità, di quella durata; e che l'abito della sfrontatezza così vecchio in lui doveva soccorrerlo anche in quella circostanza. - Il lettore può aver ragione, ma il vero è che il Galantino, al contatto di quella passione affatto nuova per lui, e in conseguenza di quella sua condizione mutata, subì veramente in parte quella trasformazione. Al fatto della ricchezza, alle apparenze del gentiluomo, erano susseguiti in lui anche i sintomi di una natura quasi nuova. Le facce dell'uomo sono molteplici, e sbaglia chi lo considera da un lato solo. Non v'è mortale, per quanto tristo, che non abbia in sè un germoglio di qualche virtù. Ciò, per fortuna, lo hanno detto cento altri, onde ne sarà più facile l'essere creduti.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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