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      Fuori di questa vita io e la fanciulla, e il conte e la contessa rimangano a consolarsi coi loro quarti. Così è e così sarà, lo giuro..., e vogliate perdonarmi questa visita inutile.
      Ciò dicendo si volse per partire, e già era alla porta, quando la contessa, uscendo con violenza dall'altra camera:
      - No, gridò, con accento disperato. No, fermate. Aspettate.
      Il Suardi si fermò.
      Continuava la contessa:
      - Voi vedete la condizione mia infelicissima; parlate voi al conte.
      - Io non parlo più a nessuno. So quel che debbo fare.
      Fermo sulla porta il Suardi; muta a guardarlo la contessa, con uno sguardo della più intensa preghiera; pensierosa donna Paola col mento abbassato sul petto... Codesta scena si prolungò per qualche tempo. Infine donna Paola disse:
      - Io stessa parlerò dunque al conte. Siete contento di ciò?
      - Fate pure, signora.
      - Domani tornate qui?
      - Ci tornerò...
      - E mia figlia quando potrò rivederla? esclamò la contessa, giungendo le mani.
      - Quando lo vorrete voi, quando lo vorrà il conte; ma badi quel signore di non far motto di tutto ciò all'autorità. Tutto sarebbe perduto irremissibilmente, quando ei fosse per credere di aver tutto salvato.
     
     
      XI
     
      Qualche ora dopo il colloquio or ora riferito, l'avvocato Strigelli, tornato a far visita a donna Paola e alla contessa, sentì da loro ciò che era avvenuto; sentì e ponderò il tutto, si fece ripetere da donna Paola qualche brano dei discorsi del Suardi, la interrogò parte a parte sul modo onde questo s'era comportato, sulla qualità del calore che aveva messo nelle sue parole, sulla qualità del colore che aveva mostrato sul viso; tenne conto delle angosce che invece di cessare erano accresciute nella contessa; ma fece precisamente come un medico esperto e risoluto, che assicuratosi della condizione d'una malattia gravissima, e dovendo procedere a mezzi eroici e di dubbio evento, ma i soli tuttavia da lui adottabili, interroga quei della casa sul grado di fiducia che hanno in lui, e se sono disposti a lasciargli fare tutto quello ch'ei vuole.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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