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      - Io ammiro, donna Paola, queste vostre considerazioni. Le anime nobilissime sono condotte dal desiderio del bene ad illudersi sulle apparenze delle virtù in altri; ed a credere nella durata di quelle, che non sono altro poi che un'accensione subitanea, avvenuta per circostanze tanto speciali quanto passeggiere. Se ci potesse essere una certezza assoluta di codesta completa trasformazione della perversità nell'onestà; io direi, si faccia quanto dite. Ma c'è questa certezza? Possiamo noi dire che di una ardente passione possono essere perpetui i beneficj effetti? o non piuttosto che, dileguandosi essa nell'atto stesso del suo soddisfacimento, abbiano a sparire simultaneamente anche quelle larve di virtù che s'erano mostrate alla sua comparsa?
      Donna Paola a queste parole si alzò, e:
      - Avete ragione, avete ragione, disse; io mi lascio sovente trasportare di troppo. Ah se il mondo fosse come io vorrei; se fosse vero che, siccome talora fantastico, la virtù potesse essere un prodotto della volontà costante di chi la sente e la vede; e fosse errore il credere, darsi nature così terribilmente guaste da tornare impossibile il placarle pur sotto i più beneficj influssi... che consolazione sarebbe!... Ma io fantastico talvolta... lo so bene; dunque fate voi... se qui la contessa lo permette.
      - Libertà di operazione bisogna concedermi, ed io confido che tutto debba piegar in bene.
      La contessa tornava ad opporsi.
      - Ma a respingere ogni obbiezione, ritenete voi, disse lo Strigelli, che il conte voglia permettere quel che il Suardi domanda?


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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