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      Meditabondo e col capo grave si spogliò, e si gettò nel letto, spenti che ebbe i lumi; ma sporse alcuni momenti dopo il braccio dalle cortine di damasco per dare una strappata al campanello, e per dire al servo riaccorso tutto sollecito: Accendi ancora quelle candele.
      Stato adunque così un po' colla testa, sprofondata ne' guanciali, s'accorse che per quella notte avrebbe potuto fare qualunque cosa fuorchè dormire, onde si mise a seder sul letto, puntando il gomito sinistro ne' cuscini e reggendosi la testa colla sinistra mano come portava quella posizione, e lasciando il destro braccio abbandonato sulla copertina di seta:
      - Domani a quest'ora tutto sarà deciso, pensava; o uno di quegli scandali da mettere sottosopra tutta la città, o allegria generale. Spero poco però, poco assai; in conclusione mi par di essere nella condizione di un giuocatore impazzito, che abbia messo su d'una carta tutto quello che possiede. E fosse davvero una carta!... io le ho educate a servirmi... Ma che cosa si può sperare da quella bestia feroce del conte?... E doveva il Senato mettere in sua balìa la ragazza?... dichiararlo suo padre? Che razza di dichiarazioni e di decreti! Decretare che il sole non è più il sole ma è la luna!... Perchè?... volta pure e rivolta e rimescola la cosa... la conclusione è questa. Ma c'era un grande ricchezza da conservare, e Dio sa come avranno lavorato sott'acqua i parenti della contessa!... Ecco qui; se il Senato avesse dato causa vinta al conte, m'accorgo che colla contessa, ad onta della nobiltà del suo casato, jeri si poteva finir tutto.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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