Pagina (662/1507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ella aveva nello spirito quel dolore spasmodico che è in alcuni malori acuti, onde la vita è sempre desta per tormentare la vita. Chi non s'è mai trovato in questa condizione amara di cader sfilato dalla stanchezza e dalla veglia diuturna, e non poter tuttavia dormire, per sua fortuna, non può dire di aver misurata in tutta la sua crudele intensità la potenza del dolor morale. E donna Clelia non s'era nemmeno coricata in quella notte, ma così discinta se ne stava un po' seduta, un po' in piedi, un po' in ginocchio. E pel caldo affacciatasi alla finestra, volgendo gli occhi al cielo sereno e sgombro e tutto stellato, nell'esaltazione dello spirito provocata dalla medesima stanchezza fisica, stette assorta nella contemplazione di quel cielo e le parve come di trovarsi faccia a faccia con Dio; onde gettatasi in ginocchio, si mise a pregare con un fervore intenso come il suo affanno.
      - Io non chiedo altro se non che mi sia ridata la mia figliuola viva e pura. Se per la gioja di poterla rivedere io dovessi morir subito dopo... benedetta la morte con cui avrei pagata tanta consolazione di vita... Venga la mia figliuola, e purchè sia felice... deh si faccia il miracolo che mio marito rompa una volta l'ostinata crudeltà del suo orgoglio... Io non so come vorrei scontare quell'istante di superbia onde mi parve che avrei anch'io voluto qualunque cosa piuttosto che la felicità di mia figlia nel modo onde mi venne imposta. Ma ella viva e ritorni a me, e sia felice... Questo solo io desidero e supplico.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





Clelia Dio