- Come va, donna Clelia?
Quella rispose crollando il capo.
- Sapete chi è venuto?
- Chi?
- Il conte!
- Oh Dio!! Ma non è necessario ch'io sia presente al colloquio.
- Non è necessario, ma sarebbe utile, e, più che utile, conveniente e generoso.
- Generoso?... ma credete che il conte... no, no, donna Paola. Voi non lo conoscete. Dio sa che scena orribile sarebbe per fare.
- Io non sono della vostra opinione; e quando debbo dirvi la verità intera, s'io fossi ne' vostri panni, alla notizia ch'egli si lasciò indurre a venir qui... io sarei volata nella sala dov'egli si trova. In conclusione, bisogna esser giusti, donna Clelia. Chi si deve umiliare per il primo? Chi? E l'interesse vivissimo che ha preso e prende per la vostra figliuola, ci dev'essere per nulla? So quel che volete dire, lo so. Ma in quanto a lui, dimenticate il passato e rammentate il presente. E in quanto a voi, per quest'oggetto, non abbiate in mente che il passato. Perdonate, la mia cara Clelia, se vi parlo così in questi momenti. Ma io prevedo che immensa consolazione sarà per riempire il vostro cuore quando vi sarete risoluta a rivedere vostro marito.
- Io sono pronta a fare tutto quello che volete, ma per oggi no. Per oggi non mi sento disposta. Lasciate prima che io possa riabbracciare la mia Ada.
- L'avvocato Strigelli m'ha ingiunto di rassicurarvi su di ciò; perchè da jeri ad oggi ha trovato, egli stesso me lo ha detto, la via giusta per venire a capo di tutto. Ma zitto, che sento parlare nella sala di ricevimento; fosse mai venuto il Suardi?
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