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      Mi rincresce di non essermi trovata là prima ch'egli entrasse.
      E così dicendo lasciò sola la contessa, e tornò dov'era il conte.
      Attraversate rapidamente le camere interposte, quando entrò nella sala di ricevimento, si maravigliò di trovarvi l'avvocato Strigelli invece del Suardi. Onde gli chiese:
      - In che modo voi siete qui, e perchè colui si fa aspettar tanto?
      - Chi... colui?
      - Il Suardi.
      - Lo aspetterà per un pezzo, donna Paola. Ma sieda qui, di grazia, e sentirà.
      - Sentite, sentite, donna Paola, soggiunse il conte con una schiettezza di gioja insolita. Sentite.
      Ma il lettore, invece di ascoltar l'avvocato Strigelli, si compiacerà, se è di comodo, di ascoltar le nostre parole.
     
     
      II
     
      Noi siamo avversi a quella che noi chiameremo morale di convenzione, la quale non è già quella che Mirabeau chiamava la piccola, e che secondo lui non faceva gli interessi della morale grande; quasi che vi possano essere più categorie di morali nel mondo assoluto delle idee; ma è bensì quella che fu stabilito di adottare nelle opere dell'arte, e per la quale i personaggi più o meno scellerati dovrebbero ricevere la loro conveniente punizione prima che cali il sipario o si chiuda il libro, affinchè la lezione balzi di tratto dall'opera alla testa del lettore anche il più volgare e ottuso. Questa morale, o, diremo più giusto, questo modo di far uso della morale, è spesso erroneo, perchè se l'arte dee riflettere i fenomeni del mondo e della vita, sarebbe costretta ad alterare la verità ogni qualvolta non trovasse che nella vita e nel mondo i galantuomini siano premiati e i perversi puniti.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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