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      Ma qui avvenne quel che Galantino non avrebbe mai nè creduto nè voluto che avvenisse. Un'ora prima che egli uscisse dalla sua casa, agli sbocchi della contrada di Pantano, stavan fermi, a quello verso l'Ospedale, due uomini adagiati in sediolo, specie di curriculo che allora era molto adoperato dai viaggiatori commercianti, e in generale dagli uomini d'affari; allo sbocco poi che metteva alla contrada Larga stava un uomo a cavallo in abito civile. Quest'ultimo, quando vide uscir la carrozza dalla casa Suardi, diede di sprone al cavallo, facendogli fare due o tre caracollate, e tosto si mise in coda al carrozzino, mentre quasi contemporaneamente veniva raggiunto dai due uomini del sediolo.
      - Or che si fa? disse uno di questi ultimi.
      - Aspettate che si sia usciti di queste contrade di gente, rispose l'uomo a cavallo; s'egli sa ove deve andare, passerà di San Sepolcro. Quello è il luogo, e attenti.
      Quando appunto la carrozza del Suardi attraversava la piazza di San Sepolcro e stava per svoltare nella contrada del Bollo, l'uomo a cavallo si spinse al galoppo, e si accostò allo sportello abbassando la testa e dicendo:
      - Signor Suardi, si compiaccia d'ascoltarmi, e nel tempo stesso intimò al cocchiere di fermare i cavalli.
      In quel punto il sediolo si fermò presso i cancelli dell'Ambrosiana, e mentre un uomo teneva il cavallo, l'altro si alzò da sedere, stando così piegato in sul dorso, e coll'occhio intento alla carrozza del Suardi, nella posizione di chi, ad un cenno, è disposto a balzar giù per accorrere.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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