Qui non v'erano banchetti di famiglia, ma quelli delle rappresentanze del nobil Collegio de' giureconsulti, e delle Università dei libraj, degli orefici, dei mercanti d'oro, dei bindellaj. Attraverso alle colonne dello splendido edificio che Pio IV fece murare con disegno del Seregno per le adunanze de' giureconsulti, stando in piazza si vedeva al vivo quella scena che ci si offre nelle cene di Paolo Veronese; chè le mense erano state disposte sotto ai portici stessi, per quanto erano lunghi. Il lusso dell'architettura, le colonne doriche binate che tagliavan la scena ad intervalli; la luce delle lumiere che pendevan dalla vôlta, la fiamma dei doppieri che stavan sulla mensa; quei cinquanta o sessanta parrucconi bianchi, que' colori delle giubbe d'ogni generazione, il fumo delle vivande che involgeva quelle teste, tutte in agitato movimento, la luce in tremolìo che sbizzarriva per mille accidenti fuggitivi e tramescolava tutte quelle tinte vivaci e forti, tra cui dominava segnatamente il rosso fiamma, il verde pomo e pistacchio, il fiordaliso, il croco, ecc. - chè la giovialità del secolo pareva quasi cercare la sua espressione anche nel colore de' panni - tutto questo miscuglio di cose produceva in vero un effetto de' più bizzarri e pittoreschi.
Al basso poi, intorno ai portici del Pretorio, oggi Archivio generale, erano apprestate quattro lunghe mense; verso il lato che guardava il Collegio dei giureconsulti stava seduta a tavola in gran numero l'Università dei Libraj e Stampatori; al lato che prospetta l'ingresso all'Archivio v'era la mensa dell'Università dei mercanti d'oro e chincaglie, ecc.; al lato verso la loggia degli Osii, la numerosa Università degli orefici; a quello guardante lo sbocco nella contrada dei Profumieri, l'Università dei mercanti di cordaria e canevazzi, ecc.
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