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      Altro che monsignor Bovio quando predica in Duomo!
      - Vi pare!...
      - E come!
      - E se non c'era io, faceva una bella figura la società del caffè Demetrio tanto rinomata per il suo spirito, che, per dar spaccio al suo giornale, Verri stesso ha stimato bene di dar ad intendere che venga pensato e scritto qui.
      - Tu però che assordi gli amici e chiacchieri di tutto e fai lo scalmanato su tutto, anche di mattina, quando nello stomaco non hai che cioccolata... si può dire che eri in soggezione, se dopo tanto Monterobbio hai pronunciato quel così goffo e mal unito discorso. Oh come deve aver riso la contessa!
      - Riso? tu parli per invidia.
      - Sarà per invidia, ma son contento del mio umile posto, di non aver fatto altro che ridere insieme colla contessa. Ma a proposito della contessa, dove diavolo è andato a finire il tenore Amorevoli. di cui non si sente a dir più parola? Questo sarebbe per lui il momento di tornare a Milano.
      - Sì, per cogliere la buon'occasione, e andare in prigione un'altra volta.
      - Perchè?
      - Perchè?... vedo che tutti quelli che andarono in prigione nel 1750 tornano in prigione nel 1766. Guardate: - Lorenzo Bruni, il violino del teatro Ducale, è ancora sotto custodia. Al Galantino non bastò la ricchezza per tenere in rispetto il barigello. Quasi quasi mi parrebbe che invece di sedici anni non sieno passate che ventiquattr'ore. È tutto precisamente al posto di prima; onde torno a ripetere che se il tenore capitasse a Milano... non sarebbero staccati i cavalli dalla sua vettura, che i fanti dell'eccellentissimo capitano andrebbero a fargli visita.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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