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      La prima operazione dev'esser questa.
      - E dove si troverebbero i danari?
      - Dove? nelle saccocce dei cittadini, s'intende; son dieci, son dodici, son quindici milioni? Ebbene; i decurioni aprono un prestito, e giacchè sento che tanti e tanti temono sempre di non poter impiegare il danaro con sufficiente sicurezza, qual ci può essere garanzia più valida della città stessa? Ma di ciò non mi voglio impacciare io. Molti sono i mezzi per erogar danaro; e purchè ci sia la buona volontà e il buon accordo e la fermezza, la questione del danaro... a voi parrà ch'io dica una sciocchezza... ma la questione del danaro è ancora l'ultima. Ed ecco là che sorge gigante la prova perpetua di quel che dico. Mancavano i danari due anni fa, quando tutti gli architetti strepitarono a favore della guglia e ottennero il loro intento, e il padre Frisi alla testa di pochi altri voleva la facciata? No, ma mancava il buon accordo. Mancavano i danari nel 1656, quando sorsero tante dispute sui tre disegni presentati? anche allora era il buon accordo che mancava, e segnatamente nella schiera degli uomini dell'arte; perchè, come può darsi che i migliori architetti, almeno i più famosi, e tra gli altri anche Lorenzo Bernini, lodassero quella ridicola bomboniera dell'architetto Castelli; e tutti poi si gettassero addosso inviperiti al progetto del Buzzi? Or che n'è derivato? Gli uomini della scienza e dell'arte protestarono. Ma l'occhio che vuol la sua parte fece sì che i fabbricieri e il capitolo e i decurioni stessero per il Buzzi, e adottassero il suo progetto.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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