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      Al conte Alberico che, siccome avviene sovente tra consanguinei, per le misteriose bizzarrie della natura, rendeva più le sembianze dello zio che del padre, toccò dunque in sorte di somigliare al figliuolo d'un cocchiere; somiglianza che andò dileguando col tempo, e che, a dir così, non guizzava che di sfuggita dai muscoli dei loro volti e da certi movimenti caratteristici dei loro corpi; perchè il lacchè, anche per quelle ragioni fisiologiche sviluppate dal bastardo Filippo Faulconbridge nel Re Giovanni di Shakespeare, aveva sortito due gambe poderose dove l'altro aveva avuto de' fuseragnoli; due braccia atletiche dove l'altro avea dovuto ricorrere alla correttrice ovatta; un viso della più bella tinta incarnata e porporina dove l'altro non aveva potuto rinunciare ai beneficj del minio. - Ecco dunque come nacque lo scambio che mise sottosopra il sangue della povera Ada, e la rituffò ne' suoi tristi pensieri, onde sollecitò la mamma di partire di là, gettando però alla sfuggita un'occhiata al protervo marchese; come chi non può staccarsi dalla contemplazione di un ritratto che ricorda un originale il quale, a proprio dispetto, non si può dimenticare.
     
      LIBRO DECIMO
     
     
      L'anno 1797. - Il ballo del papa. - La predica dell'arciprete Besozzo in San Lorenzo. - Il teatro della Scala nella sera della domenica di quinquagesima. - Il programma del cittadino Salfi. - Il coreografo Lefèvre. - Giuseppe Peruccone, detto Pasqualino. - Le cittadine: signora R...; contessa A...; avvocatessa F...; - Il figlio del finanziere Baroggi.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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