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      «Può esservi espressione che più radicalmente distrugga l'infallibilità pontificia? «Agostino Trionfa, tuttochè gran partigiano del papa, nella sua opera Clavis Scientiæ, ha detto chiarissimamente, che il papa è fallibile: Papa potest errare.
      «Lo stesso Innocenzo III ha affermato che il papa può errare come qualunque altro: facile crediderim, ut Deus permitteret, romanum pontificem contra fidem posse errare.
      «Ma tant'è vero che i papi sono fallibili, che la storia registra i loro errori e i loro disordini. E anche intorno a ciò, se non volete credere a me, se avete in sospetto i libri profani, se credete ch'io parli per bocca dei nemici della chiesa, udite i suoi adoratori.
      «Alcuino, scrivendo a Carlo Magno sulla corruzione della corte di Roma, gli fa intendere, che in essa non vi regna nè pietà, nè giustizia, nè carità; che egli non ha altro rifugio che ricorrere alla di lui saviezza, e pregarlo, giacchè Roma non vuole porre argine a siffatti disordini, di trovar mezzo con cui rimediarvi. - Ecce in te solo tota salus ecclesiarum Christi inclinata recumbit.
      «Chi non sa quel che scrisse S. Bernardo a Innocenzo III? Fideliter loquor quia fideliter amo.
      «Parlava sincero perchè amava sincero, e diceva che la cagione del decadimento della Chiesa universale doveva trovarsi nella corruzione della curia romana: In vos, pontifices, curiamque romanam. E nella lettera ad Eugenio IV egli dice ancora di più.
      «Nel consilio Remense, convocato nell'anno 992, è detto con tutta quanta la libertà, che Roma era divenuta venale e che tutto dicevasi e facevasi colà secondo la quantità dell'oro e dell'argento: Roma venalis exposita; ad nummorum quantitatem judicia trutinat.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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