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      «Ma sinora abbiamo udito Gesù Cristo, i santi Padri, i pontefici più sapienti, gli apostoli, i concilj. Udiamo adesso coloro che pretendono di saperne più di loro.
      «Se si tolgano al papa, dicono essi, le ricchezze e il temporale dominio, Roma, il papa, la Chiesa cadranno in disprezzo, quando invece conviene che sian sempre presso i popoli cristiani in somma venerazione.» Ma non sentite voi tutti come sia questa una manifesta follia? la disistima e il disprezzo non dipende tanto dall'influenza delle umane ricchezze, quanto dalla mancanza delle evangeliche virtù; la stima e la venerazione che si porta a chi abbonda di ricchezze, è una venerazione e una stima apparente, effimera e falsa; quando, all'opposto, quella che procede da una vita ricolma di virtù, è reale, è sincera, è soda; questa riflessione ci somministra una pratica verità, la quale, senza che l'accenniamo, ognuno può facilmente congetturarla.
      «Tolgansi pertanto da Roma codeste terrene ricchezze, tolgasi al papa l'affluenza dei beni che gode, ed ecco rinascere ne' sommi pontefici il primitivo amore, ed eccolo riacceso anche nel cuor dei fedeli.
      «Ma per conchiudere su questo punto delle ricchezze e del temporale dominio del papa, voglio che sentiate quello che, al suo segretario Eginardo, ha detto in punto di morte Carlo Magno, colui che esercitò la sua liberalità facendo grandi donazioni al papa:
      - Rispetto alle mie militari imprese ed alle imprese politiche - ripeto le precise sue parole, - niuna cosa è per cui tanto tema di avermi tirato l'ira di Dio, quanto le cose che ho fatto in Italia.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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