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      Quest'incidente lo sappiamo dalla bocca dell'amico Bruni, che dall'orchestra vide l'uomo che fischiava, ed era il gobbo Rigozzi, noto allora e dopo per la sua procellosa maldicenza, pel suo spirito irrequieto, e per la foga onde s'era dato a diffondere le idee parigine del tempo del terrore, idolatra qual era di Robespierre e di tutti coloro che avevano inteso di disfare a colpi di scure e di rifare il mondo incancrenito.
      Ma qui ci conviene seguir passo passo il programma, perchè il lettore d'oggi veda se meritava poi che ne fossero distrutte le sei mila copie.
      L'azione adunque s'apriva nel momento in cui il papa stava consultando una congregazione straordinaria di cardinali, prelati e teologi, sugli articoli della pace, proposti dalla repubblica francese. Questi articoli si leggevano e si rigettavano con indignazione generale come contrarj all'autorità della corte pontificia. Ma in questo mezzo un frate domenicano, generale dell'ordine, acceso di zelo, si gettava a' piedi del papa per dimostrargli che in quella decisione c'era più il voto degl'Inglesi e degli Austriaci che degli Apostoli e dei Cristiani; onde il papa, maravigliato di trovare ne' suoi teologhi lo zelo di S. Paolo, domandava ancora il voto degli altri, che di bel nuovo proclamavano la guerra. E tosto il cardinale segretario Busca stendeva il decreto della S. Congregazione dopo di che il papa brandiva la spada fra gli applausi dei cardinali.
      A questo punto, per produrre l'effetto voluto, e per mettere nel pubblico la massima esaltazione ed esacerbazione, il coreografo, a ciò sollecitato dal prete Lattuada, aveva raccomandato alle comparse, incaricate di far le parti di cardinali, di applaudire con impeto e con insistenza, per rendere il vero con quell'interezza da trarre in illusione la platea; ma tra la platea e tra il palco scenico s'impegnò, pur troppo, una lotta di fischi e d'applausi tali, da minacciare di uscire dalla sfera coreografica, perchè il pubblico pretendeva che i cardinali cessassero di applaudire mentre questi non se ne davano per intesi, sapendo di fare il loro dovere; e la cosa andò tant'oltre, che le più basse ingiurie, accompagnate, per parte del loggione, da alquanti pezzi di munizione di bocca convertiti in proiettili, furono scagliate contro quella trentina di poveri diavoli, obbligati per trenta soldi a far il cardinale e il teologo, e a farsi odiare senza colpa e maltrattare dal pubblico.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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