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      Ben è vero che la principessa lavorava per progetto, perchè le premeva di ammaliare il cuore del novello campione e volea prevenire la Santa Croce, sempre disposta a tagliarle la strada sul campo sdrucciolevole dell'amore e della politica; e per assicurare il buon esito di quella guerra, dalla quale sperava tanto. Stando dunque così le cose, la sedia gestatoria del papa veniva alzata da robuste braccia; e però accennando il sovrano di partire, i cortigiani e i sudditi e i militi non poterono star fermi, e lo seguirono, e innanzi a tutti il general Colli, servendo la principessa Braschi più da Cupido che da Marte, e provocando un terribile dispetto tanto nel nipote del papa quanto in un certo conte Antonio, i quali non erano indifferenti ai vezzi della bella principessa.
      Così amorosamente finito il terz'atto in piazza San Pietro, ragion voleva che la scena posteriore fosse un magnifico interno; e il quart'atto infatti si aprì con una gran sala del Vaticano splendidamente adornata, con una mensa in fondo lautamente imbandita. - Intorno a questa si elevava una gradinata, occupata da musici e, siccome garantiva il libretto, da eunuchi. Diversi trionfi di lumi, per usare una frase allora in voga nel linguaggio dei pittori teatrali e degli attrezzisti, rischiaravano a giorno tutta la galleria.
      Dopo l'aspettativa di prammatica, entrava in iscena il papa, in compagnia del general Colli, il quale riceveva molti segni di stima e di riconoscenza. - Se non che il quart'atto, essendo destinato alle indispensabili danze, e la prammatica dovendo per forza escludere il buon senso e il verosimile; il pontefice si metteva a sedere in trono, circondato da tutta la sua corte; e il corpo di ballo e le bis septem præstanti corpore nymphæ d'allora, e le tre emerite di magazzino, e la coppia danzante di cartello, attesero a far pompa innanzi al papa di tutte le loro grazie palesi ed anche segrete, di tutta la loro abilità, compreso il ballerino, in costume d'eunuco, il quale saltando a furia, accennava di voler appartenere, a dispetto dell'arte sincera, all'atletica confraternita dei grotteschi.


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Cent'anni
di Giuseppe Rovani
pagine 1507

   





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